Urbino in un giorno

Urbino in un giorno

Seconda tappa del nostro ponte di Ognissanti 2022 è stata la visita alla città di Urbino. Noi l’abbiamo visitata in un giorno, ovviamente non siamo riusciti a vedere tutto tutto ma sicuramente una discreta visita l’abbiamo fatta. Ecco, di seguito, un elenco delle cose che non ti puoi perdere ad Urbino in un giorno.

Annunciazione – Vincenzo Pagani

Il Duomo

Prima tappa è stato il Duomo di Urbino, sorprendentemente sobrio per essere nella città che ha dato i natali a Raffaello ( si, non è obbligatorio un grande sfarzo, ma sorprende comunque). Annesso al duomo c’è il museo Diocesano Albani che noi abbiamo accuratamente evitato visto la grande quantità di di gente presente in città. Il duomo è intitolato a Maria Assunta e l’ultimo restauro è stato seguito dall’architetto Giuseppe Valadier, lo stesso del Tempio a Frasassi (leggi QUI il nostro articolo in merito).

Il Duomo è situato a fianco alla seconda attrazione della Città di Urbino, ovvero il Palazzo Ducale.

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La Muta – Raffaello Sanzio

Palazzo Ducale di Urbino

Il Palazzo Ducale di Urbino fu voluto e costruito da Federico da Montefeltro, nell’ambito del suo progetto di rendere la città di Urbino la città dei principi attraverso una rivalutazione architettonica importante. Adesso il palazzo è di proprietà dello stato e ospita la Galleria Nazionale delle Marche e il museo Archeologico Lapidario. La galleria nazionale è ospitata in tutte le sale del palazzo recuperate del primo e del secondo piano, in tutto ben 80 ambienti.

Le opere più importanti esposte sono la Città Ideale di Leon Battista e Ritratto di Gentildonna (la Muta) di Raffaello. La sala più bella da ammirare, è sicuramente lo Studiolo del Duca, una stanza totalmente decorata con intarsio e abbellita da 14 quadri raffiguranti le maggiori autorità dell’epoca. La visita ha la durata media di due ore, con i nostri figli l’abbiamo fatta in poco più di un ora (immaginatevi come ci siamo goduti la visita! )

Per maggiori informazioni –> http://www.gallerianazionalemarche.it/

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La città ideale – Autore sconosciuto

Casa Natale di Raffaello Sanzio

Inoltrandosi nel centro storico di Urbino, possiamo arrivare velocemente alla Casa Natale di Raffaello Sanzio. In questa casa è nato l’artista il 28 marzo 1483 e ha vissuto i primi anni e i primi studi presso la scuola del padre, anche lui pittore affermato. All’interno della casa museo è possibile ammirare alcune opere giovanili di Raffaello, alcuni cimeli che riconducono al pittore e alcuni marchingegni tipici dell’epoca.

Per maggiori informazioni –> https://www.casaraffaello.com/

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Ingresso alla Casa di Raffaello

Oratorio di San Giovanni e Oratorio di San Giuseppe

A poca distanza dal Duomo e dal Palazzo Ducale, assolutamente da visitare sono i due Oratori della città, l’oratorio di San Giovanni e l’oratorio di San Giuseppe. Nel oratorio di San Giovanni sono presenti degli affreschi unici, realizzati da Lorenzo e Jacopo Salimbeni da Sanseverino. Nel oratorio di san Giuseppe è presente una fedele ricostruzione della grotta della natività con all’interno un presepe di gesso realizzato da Federico Brandani nel 1500.

Assaggiare la Crescia

Cibo tipico della città di Urbino, ma poi diffusa in tutte le Marche, dall’aspetto può ricordare la piadina ma l’impasto è molto diverso. La crescia nasce come cibo nobile, un impasto arricchito di uova ma soprattutto pepe, all’epoca considerato una spezia nobile e molto costosa, veniva mangiata in alternativa al pane. In seguito nasce la crescia come la conosciamo adesso, ripiena di salumi e insalata, molto simile alla piadina.

Parco della Resistenza

Per smaltire la crescia mangiata a pranzo, consiglio una visita al Parco della Resistenza, la zona esterna della Fortezza Albornoz. Da qui si può godere un punto di vista unico sulla città e su tutta la valle sottostante.

In camper:

Parcheggio in via Pablo Neruda, con carico e scarico ma in pendenza e lontano per il centro. Noi abbiamo preferito soggiornare al Parking Consorzio, ss73bis, 64. Gratuito, senza servizi, a 400 metri dal centro città.

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